Osservare il meccanismo della rabbia, può aiutarti ad avere un rapporto sano e maturo con essa, senza vergognartene ed accettarla per quello che è: una manifestazione del nostro essere animale.
Il contatto con la tua rabbia ti spaventa e ti crea difficoltà. Fin da bambino sei stato condizionato a trattenerla, a non sfogarla e a sentirti in colpa quando essa ti assale. Per questo motivo negli anni l’hai soffocata e te ne sei vergognato. Essa però non si è dissolta, ma si è accumulata dentro di te e col tempo ti ha riempito completamente. Ormai è di domino pubblico che la rabbia repressa può sfociare in varie forme di patologia, comportamentale, psicologica e fisica. La rabbia fa parte del bagaglio personale che ogni essere umano porta con sé. Gli è stato donato dall’evoluzione e in qualche modo anche essa ha contributo alla sopravvivenza della specie. Ci è servita quando abbiamo dovuto difenderci dalle fiere feroci, oppure quando ci siamo ribellati ai soprusi dei tiranni, ho quando ci siamo opposti alle inique degli approfittatori.
Essa manifestandosi quando ti senti vessato dagli altri o dalle situazioni, ti dà la forza per sgomitare e svincolarti: essa è sana, non è un peccato difendere il proprio spazio, la propria energia vitale.
La repressione della rabbia è cominciata prima con la convivenza e poi con il raggruppamento in civiltà socialmente evolute. In questi contesti si è venuta a creare una forma di auto repressione per essere socialmente accettati, innescando un sistema di quieto vivere sociale che in verità ha il suo fine: prova ad immaginare la convivenza in una società di irascibili.
Tuttavia In una collettività evoluta, composta da individui maturi e consapevoli gli eccessi di ira dovrebbero cessare, ed effettivamente in parte ciò è quello che si sta cercando di fare, ma la costrizione non è la strada giusta. La rabbia repressa, non scompare nel nulla, ma viene accumulata e a forza di comprimerla essa prima o poi si sfoga e prende il sopravvento generando comportamenti squilibrati e pericolosi per sé e gli altri.
Se la strada della repressione non è quella giusta e neanche il vivere senza inibizioni completamente accecati dalla rabbia lo è, come si potrà mai arrivare ad una convivenza pacifica e matura?
La trasformazione ne è la soluzione, la sublimazione dell’ira nella fermezza e l’osservazione è la strada. Così potremo insegnare ai nostri bambini a non reprimere gli scatti d’ira, stimolandoli nell’osservazione dei propri comportamenti. Questo porterà a trasformare la rabbia, che da un meccanismo primordiale di autodifesa diverrà uno strumento di autodiagnosi oppure verrà tramutato nella fermezza. In tale modo genereremo un adulto maturo perfettamente in grado di convivere in armonia con sé stesso e con gli altri e che porterà il suo esempio ai figli i quali si ritroveranno predisposti in questo senso e non più condizionati.
La strada dell’osservazione è utile anche agli adulti, ed è l’unico modo che tu hai a disposizione per uscire dal circolo vizioso imposto dai tuoi condizionamenti.
Quando ti trovi in una situazione che origina rabbia tu puoi reprimerla oppure sfogarla, in entrambi i casi sarai preda di un automatismo che scatterà in automatico. La repressione è un meccanismo generato da un condizionamento sociale che a lungo andare potrà darti problemi, anche il lasciarti andare allo sfogo è un meccanismo evolutivo creato in questo caso dall’esistenza e che quindi non genera problemi a livello individuale e personale, ma che genera problemi a livello sociale.
Come puoi affrontare quindi le situazioni che possono portarti ad uno stato di irritazione in modo sano?
Osservandoti mentre ti reprimi e mentre ti lasci andare alla rabbia.
In una situazione in cui sei obbligato a reprimere il tuo istinto osservati durante il processo, osserva la rabbia che ti sale in corpo trasformando il tuo metabolismo e che tu trattieni. Chiediti da dove arriva, esamina le cause che l’hanno prodotta.
Appena puoi esci dalla situazione che ti obbliga a trattenerti e sfogati fisicamente in un luogo appartato: urla, prendi a pugni un cuscino, fai attività fisica fino a sfiancarti, è importante che tu lo faccia per non accumulare ulteriore rabbia repressa. Anche in questo caso osservati, senti il tuo corpo, il suo sfogo e la fisicità.
Il percorso di testimonianza ti condurrà, dopo una pratica assidua, verso una piena consapevolezza del fenomeno inevitabile che genera la rabbia e che tu puoi trasformare come ti ho detto in precedenza in strumento di autodiagnosi oppure nella emozione superiore chiamata fermezza.