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Il Culto

Il Culto

Maestro sono confuso, il professore di filosofia ateo agnostico sostiene che finiremo tutti sottoterra che non esiste niente dopo la vita, tutte le religioni sostengono il contrario.

Il culto nasce dalla paura, la paura della morte. L’ateismo agnostico nasce dalla stessa paura, la paura che tutto finisca che non vi sia più traccia della propria individualità. Per questo è nato il marxismo per creare la società perfetta, costruita da tanti individui strutturati in maniera da formare una individualità sociale eterna, che si sviluppa e rimane oltre la morte degli individui stessi che l’hanno creata. In un certo senso anche l’ateismo è una religione, una religione laica. Tu dici:” Maestro sono confuso “. Sei confuso perché percepisci che tutto ciò è assurdo, non è reale. L’unica verità risiede nel qui e ora: l’assenza di paura, l’eternità, il paradiso, risiedono nel presente. Nell’attimo non esiste religione, non esiste ateismo e agnosticismo, non esiste filosofia, tutto ciò appartiene alla mente e la mente non appartiene al presente.
Le prime tracce di culto sono state ritrovate in un sito archeologico umano preistorico, quando nel progenitore dell’uomo tecnologico cominciava a svilupparsi l’intelligenza, la mente iniziava a razionalizzare la morte, a prendere coscienza della propria individualità e della fine di essa. Per non impazzire la mente umana, che cerca di dare una spiegazione a tutto, ha creato la religione: il culto è stato il primo farmaco antidepressivo.
Dopo migliaia di anni di ideologismo religioso di tutti i generi, la mente umana concepisce l’ateismo e l’agnosticismo, evoluzione della religione. L’agnostico e l’ateo generano una corrente filosofica che rassicura, che dà una spiegazione, che costituisce un credo.” L’ateo credente” in qualche modo si è prodotto un ideale, un culto. La sua mente avanzata aborrisce il soprannaturale, ma facendo ciò innesca la paura atavica, quindi è scoperto ed inerme e ha bisogno di certezza. Tu dici: “Il professore sostiene che non vi è niente dopo la vita, le religioni il contrario” Entrambi esprimono la stessa paura: “Ho paura di vivere in pieno nel presente oltre la mente…oltre lo spazio…oltre i condizionamenti “. Io ti dico che l’unica realtà, è il presente e ciò che sta accadendo ora, e se tu riuscirai per un attimo a percepirla finalmente “vedrai “. Avrai la consapevolezza del tutto: comprenderai che nulla si distrugge, ma tutto si trasforma. Percepirai di far parte di un grande organismo universale che contiene il tutto e che è in continua evoluzione.

Tratto dal romanzo Dialogando con il Maestro

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